La Norvegia.
Un luogo per il quale nutro da sempre un amore quasi viscerale.
Il fascino ancestrale che trasuda da quelle terre mi ha sempre colpita in un modo davvero difficile da descrivere.
Con i suoi fiordi, i suoi boschi incontaminati e le innumerevoli cascate, i suoi dirupi mozzafiato sul mare, le nuvole che corrono basse e veloci a coprire parzialmente le montagne, contribuendo a creare una vaga atmosfera carica di mistero nel paesaggio circostante.
Non è una terra facile da affrontare.
Sulla costa occidentale della Norvegia piove davvero fin troppo spesso e il vento regna sovrano, anche durante l’estate. Essendo una regione prevalentemente montuosa, poi, la maggior parte delle persone vive nelle grandi città o comunque lungo la costa.
L’entroterra, invece, non dico che sia disabitato ma si possono tranquillamente percorrere decine se non centinaia di chilometri prima di incontrare un centro abitato, che molto spesso sono dei minuscoli villaggi composti da 3, 4 case. Spesso, vedendoli, mi sono chiesta quanto deve essere difficile vivere in un ambiente così solitario.
Eppure…
Eppure, nonostante il clima poco ospitale per chi viene da una terra solare e calda come l’Italia, spesso il mio cuore torna a ripensare e in qualche modo a rivivere le esperienze che ho potuto vivere in quel paese così lontano e vicino allo stesso tempo.
Ho avuto la possibilità di andare in Scandinavia e in Norvegia in particolare per tre volte, in vita mia, e ogni volta che l’ho lasciata ho sentito qualcosa sgretolarsi un pochino, dentro di me.
Il conseguente senso di malinconia e nostalgia si è sempre protratto per molto tempo, una volta tornata a casa.
Il bisogno di reinterpretare quelle terre
È sicuramente per questo senso di nostalgia che la mia prima storia a fumetti è ambientata in Norvegia.
Il mio è un tentativo di rivivere la Norvegia attraverso le mie mani.
Non mi è purtroppo così semplice andarci fisicamente (anche per una questione economica… si sa, la Scandinavia purtroppo è cara), e quindi sento la necessità di riviverla in un modo alternativo.
La strada che ho trovato è stata questa.
All’inizio non è stato per niente facile per me cercare di ricreare quell’atmosfera umida, quasi sospesa e indecifrabile che ho respirato durante i miei viaggi.
Ho dovuto fare molti, ma che dico, una marea di tentativi prima di arrivare dove sono ora.
Tutto sommato, credo di aver raggiunto un buon risultato in questa ricerca.
Ma non è ancora abbastanza.
C’è sempre margine di miglioramento e questo è il mio obiettivo primario: trasmettere a chi leggerà la mia storia tutte le sensazioni e l’emozione che provo per questi luoghi così diversi da quelli a cui siamo abituati in Italia.
Nei prossimi articoli vedrete tutti gli sforzi che sto facendo per ricreare questo mondo in funzione del fumetto che sto realizzando, di cui vi farò vedere ogni tanto qualche estratto.
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