Sapevo che le zone dove sono cresciuta in origine fossero paludose, ma non mi ero mai davvero resa conto di quanto l’azione dell’uomo abbia cambiato l’aspetto del territorio in cui vivo.
L’ho capito per davvero forse per la prima volta qualche mese fa, visitando il Parco Palude di Onara.
Onara è un piccolo paese che si trova in provincia di Padova e ho scoperto che in realtà è piuttosto importante per le nostre zone da un punto di vista storico.
É stata infatti la prima sede della famiglia degli Ezzelini, o Ecelini, importante famiglia medievale veneta, di probabile origine tedesca, insediatasi nei territori del nord est dell’Italia dal 1035 circa al 1199.
Torniamo però alla nostra gita.
Piccolo salto nella Preistoria
Quella che avrebbe dovuto essere una giornata rovinata dai temporali, che il servizio meteo minacciava già da giorni, si è rivelata invece luminosa e calda. Una bella giornata estiva, insomma.
Arrivati al parcheggio non si capiva molto cosa ci aspettava, a dire il vero. Da fuori si vede solo un bosco piuttosto fitto.
Entrare nel parco ha un po’ lo stesso effetto di entrare in una chiesa: fuori c’è il casino delle auto, della gente che si ferma appena fuori dall’ingresso, dove c’è una vasta area adibita a fare barbecue; dentro, il silenzio.
Ogni tanto si sente il ronzio di qualche insetto, ma oltre alla nostra guida che ci spiega le piante che vediamo, si percepisce solo quiete. Il percorso che si snoda nella vegetazione è piuttosto stretto ed è consentito solo grazie a una serie di pedane che ti impediscono di sprofondare nella melma sottostante.
Con sorpresa, scopriamo che lì dentro non c’è nemmeno una zanzara.
E sì che sarebbe l’habitat migliore per loro: l’acqua stagnante che ogni tanto si intravedeva nella vegetazione mi faceva temere l’assalto da un momento all’altro (di solito mi mangiano viva)!
E invece la guida ci spiega che, essendo acqua che scorre sottoterra direttamente dalle montagne e che questo è il punto in cui riemerge in superficie, è troppo fredda per permettere alle zanzare di deporre le uova; quindi, in palude non ci entrano.
Buono a sapersi!
E comunque, il punto dove c’è la risorgiva è davvero bellissimo.
L’acqua è limpidissima e sul fondale del fiumiciattolo si vede tutto, compresi dei morbidissimi cuscini di alghe di un verde brillante.
Questo posto è affascinante, caotico, con un che di preistorico.
È rilassante passeggiare in tutto questo verde, ma temo di dover anche affermare di essermi goduta appieno la visita solo perché eravamo accompagnati da una guida.
Questi, un uomo robusto e simpatico, ci ha spiegato un sacco di cose sulle piante che vivono lì e che, non sapendole, non ci avrebbero permesso di capirne l’ecosistema.
Per esempio, ci ha fatto notare una pianta di origine per l’appunto preistorica (ecco spiegata la sensazione di prima!), ovvero l’equiseto. Ha una strana forma a scovolino, ma ha delle caratteristiche davvero interessanti che vi invito a scoprire cliccando qui. In realtà l’avevo già vista in passato, lungo le rive dei fossi, ma solo ora ci ho fatto veramente caso.
Un altro esempio, invece, è la presenza dell’ontano, una pianta tipica della palude. A causa del suo legno particolarmente duro e resistente all’acqua, è stato usato tantissimo per costruire le palafitte su cui sorgono gli edifici di Venezia.
Ci ha raccontato poi di come l’uomo abbia più volte tentato in passato di distruggere la palude per poter ricavare più spazio per le coltivazioni, ma di come poi essa sia sempre riuscita a riguardagnarsi il terreno che le spetta di diritto. Nonostante tutto però, la Palude di Onara è quanto rimane di un ecosistema che in passato era infinitamente più vasto di quello attuale.
Appena fuori dalla palude c’è una chiesetta, unica testimonianza di un castello ormai scomparso appartenuto agli Ezzelini.
A tal proposito, ti invito a leggere la breve scheda sul sito del parco.
Un ecosistema stimolante
Questo posto mi ha davvero colpita e mentre ero lì mi è venuto l’impulso di provare a disegnare questo ambiente e quindi mi sono messa in un angolo col mio tablet.
Subito ho capito che la pretesa di riuscire a fare un disegno decente su un ammasso di piante così caotiche era decisamente un suicidio.
Ma come sempre chi non risica non rosica, e quindi mi ci sono messa d’impegno. Quanto meno, ci ho provato!
Ancora una volta mi sono resa conto di quanto poco io conosca in realtà il mio territorio. Ci sono così tante cose da scoprire, anche in un paesetto piccolo come Onara.
Basta solo avere il tempo e la voglia di uscire dalla porta di casa e in un attimo puoi ritrovarti in un mondo sconosciuto. In questo caso, la sensazione è stata un po’ quella di fare un viaggio indietro nel tempo.
La Palude di Onara è davvero bella per farci una gita la domenica pomeriggio. La visita guidata costa solo € 5,00 e vi assicuro che, oltre ad aiutare a mantenere intatto questo piccolo ecosistema curato da soli volontari, sono soldi davvero ben spesi.