IVAR: un vichingo atipico
Questo ragazzino un po’ vigliacco, timido e lento in qualche modo mi somiglia.
È nato infatti dall’idea che mi ero fatta di me stessa, ormai una decina di anni fa. Non ho nessuna paura ad ammettere che non mi sono mai sentita particolarmente coraggiosa.
Mi è capitato spesso di vivacchiare la mia vita senza cercare di cambiare le cose che mi circondavano, anche se sotto sotto ero consapevole del fatto che non mi andavano bene.
Rileggendo la storia, mi rivedo molto nelle non-scelte fatte da questo ragazzo.
Come Ivar acconsente a partire per una spedizione che in realtà non vuole fare, spesso mi sono trovata ad assecondare i desideri di altre persone perché ero convinta che in qualche modo gli altri sapessero meglio di me cosa fosse giusto fare.
Ma come Ivar si appropria della collana del padre in uno slancio non proprio consapevole, per sfuggire ad una situazione molto dura ho preso anch’io più o meno coscientemente la decisione che mi ha portata al lanciarmi nella pubblicazione di questa storia.
Quindi si potrebbe dire che Ivar è il mio alter-ego.
Nel corso degli anni questo personaggio spesso ha cambiato aspetto e addirittura nome.
Il nome
Il personaggio in origine si chiamava Ulfric ed era un omaggio a uno dei miei videogiochi preferiti di sempre, ovvero The Elder Scrolls V: Skyrim .
Per chi non lo conoscesse, si tratta di un famosissimo videogioco GdR (gioco di ruolo) d’azione a mondo aperto (significa che è interamente esplorabile: vedi la cima di una montagna lontanissima? Ebbene la puoi raggiungere).
Nella trama principale veniva sempre chiesto di parteggiare per una delle due fazioni, l’Impero o i Manto della Tempesta, che erano i ribelli.
Io mi trovavo sempre a combattere per i ribelli e quindi per il loro capo, che si chiamava per l’appunto Ulfric Manto della Tempesta.
Ho cambiato nome al personaggio durante un viaggio in Norvegia, qualche anno fa. Ripensandoci è un episodio un po’ ridicolo e macabro insieme, ma credo sia divertente raccontarlo.
Io e mio marito ci trovavamo a Lærdalsøyri, in Norvergia.
Era sera e stavamo facendo una passeggiata in paese quando abbiamo trovato una chiesa e abbiamo deciso di darle un’occhiata da vicino.
Come è normale nell’Europa centrale e settentrionale, i cimiteri si trovano nel giardino che circondano le chiese e ci siamo trovati quindi a camminare in mezzo alle tombe.
All’improvviso, mi è caduto l’occhio su una lapide e lì ho visto un nome:
IVAR
Qualcosa mi è scattato in testa. Mi sono subito presa nota del nome e una volta tornata in camper ho fatto una ricerca su internet.
Ho quindi scoperto che il nome Ivar è composto dalle parole norrene yr (“arco” oppure “tasso”) e arr (“guerriero”).
Neanche a dirlo, ho capito immediatamente che era il nome giusto per lui!
Per chi pensava che avessi preso il nome dal noto personaggio del telefilm “Vikings“… mi dispiace ma devo deludervi.
So che potrebbe sembrare un controsenso assurdo per chi è appassionato di Vichinghi come me, ma quella serie TV non mi ha mai preso particolarmente e ammetto di aver visto a stento la prima stagione.
Ho scoperto che nelle ultime stagioni c’è un personaggio che si chiama Ivar solo per sbaglio e l’anno scorso, mentre cercavo fotografie di gente in costume da cui trarre bozzetti e schizzi.
L’aspetto fisico
Ho pochissimi schizzi risalenti alla prima fase di creazione del personaggio e, a dire il vero, mi vergogno un po’ a mostrarli perché sono veramente orribili ai miei occhi.
Comunque Ivar inizialmente era un bambino di circa otto anni.
É stato in ogni caso un concetto durato molto poco; quasi subito infatti è stato convertito in un ragazzino di circa quattordici-quindici anni.
Nei primissimi studi, Ivar – anzi Ulfric – non aveva le lentiggini e a turno era biondo, scuro di capelli, di nuovo biondo.
Non avevo molto le idee chiare, insomma.
Diciamo anche che essendo il fumetto in bianco e nero non è mai stata una gran priorità decidere.
Ma nel momento in cui si è cominciato a parlare di pubblicazione ho dovuto cominciare a ragionarci seriamente.
Alla fine ho deciso di farlo rosso di capelli e con le lentiggini.
Perché proprio rosso?
Diciamo in primis che le persone rosse di capelli mi sono sempre piaciute a livello estetico.
Inoltre, leggendo qua e là, ho trovato più fonti nelle quali è scritto che in Scandinavia i rossi non sono proprio comuni. Sembrerebbe essere una caratteristica più tipica delle isole, Regno Unito e Irlanda.
Sarà vero? Chiacchiere da salotto?
Mah.
Però l’idea di usare un colore di capelli atipico per l’area mi piaceva e quindi, ecco Ivar rosso di capelli!
Anche la lunghezza dei capelli si è nel tempo allungata.
Oserei dire che l’unica cosa che non è mai cambiata nel tempo è l’idea di un ragazzo con occhi di colore verde bottiglia.
In conclusione, Ivar è un’emanazione di me stessa ed è una figura in evoluzione.
Nel primo volume forse sembrerà che il personaggio non stia crescendo, ma credetemi… qualcosa ribolle appena sotto la superfice.