Asbjørn: un villain dalle diverse sorprese
Con il suo aspetto cupo, lo sguardo freddo e l’essere spietato e calcolatore, Asbjørn è un villain decisamente impegnativo per il povero Ivar.
Se avete letto l’articolo su come è nata la storia lo sapete già.
Se invece ancora non l’avete letto – e vi invito a farlo cliccando qui – vi stupirà forse sapere che nella prima stesura della storia questo personaggio NON esisteva.
La primissima versione di IVAR infatti era molto diversa da quella che avete letto (o che leggerete).
Si trattava infatti di una storia molto breve in cui c’erano solo due personaggi, Ivar e Brynhild, la Valchiria.
Asbjørn è stato inserito decisamente dopo, come ostacolo al ragazzo nell’uscire dal mondo fatato in cui era entrato per caso.
Il nome
Come praticamente tutti i personaggi della trama, anche Asbjørn inizialmente aveva un altro nome.
In origine infatti si chiamava Farbauti, che letteralmente significa “crudele attaccante”.
Il nome compare nell’Edda in prosa, scritta da Snorri Sturluson nel XIII secolo, ed è il nome del gigante che nella mitologia scandinava è il padre del dio Loki.
Il nome mi piace tutt’ora ed è sicuramente azzeccato.
A un certo punto però ho deciso di cambiarlo perché temevo fosse un po’ complicato da pronunciare.
Ho fatto quindi una ricerca e sono infine incappata nel nome Asbjørn, che contiene la parola “bjørn” (=orso) e ho capito che era quello che cercavo.
L’orso nella mitologia scandinava è un animale potente, simbolo di forza e resistenza.
Tuttavia in certi contesti ha una connotazione fortemente negativa. In diversi miti infatti è scritto che sognare un orso è un terribile presagio di sventura e morte.
Abbinato al personaggio, il nome mi è sembrato decisamente adeguato.
Inoltre mi piace molto come suona e quindi è diventato il suo nuovo nome.
L’aspetto
questo è uno dei pochi personaggi il cui aspetto è stato fortemente influenzato da una persona che esiste davvero e a me molto cara.
Il modello di questo personaggio infatti è mio marito Andrea, così come l’ho conosciuto ormai otto anni e mezzo fa.
Di solito la gente a questo punto strabuzza gli occhi.
Lo so, suona strano, ma c’è un motivo ben preciso per cui ho fatto questa scelta.
Asbjørn ha costretto Ivar ad uscire dal suo guscio con la forza, e in un certo senso Andrea ha fatto lo stesso con me (non con la forza però!).
Con il suo modo pacato e pratico, Andrea ha avuto un ruolo fondamentale nell’aiutarmi a capire quanto il disegno fosse importante per me e mi ha sempre spinta e sostenuta nell’intraprendere quest’avventura, cosa per cui lo ringrazio tantissimo anche qui.
L’aspetto del personaggio quindi è stato più o meno sempre uguale.
Nel corso del tempo gli ho solo cambiato l’abbigliamento per renderlo più pratico e minaccioso.
Comunque, visto che stiamo raccontando il retroscena di Asbjørn, quando ho detto ad Andrea che avevo deciso di creare un personaggio con le sue fattezze era felice come una Pasqua.
Quando ho aggiunto che sarebbe stato il villain, lo era giusto un po’ meno.
Adesso, credo sia piuttosto divertito dalla cosa.
Tiriamo le somme
Asbjørn appare come un cattivo decisamente privo di scrupoli e crudele.
Vorrei potervi parlare di più di questo personaggio.
Quest’uomo nasconde molti segreti che purtroppo non posso ancora raccontarvi e che verranno svelati nel secondo volume della saga.