Durante la mia presentazione alla fumetteria Il Falcetto d’Oro di Schio dell’8 ottobre (qui potete trovare la registrazione dell’intervista), una delle domande che mi sono state rivolte è stata:
“Ma come disegni i tuoi paesaggi?”
Lì per lì ho provato a rispondere, ma onestamente non so se sono riuscita a spiegarmi bene.
Non è proprio semplice senza avere un concreto esempio da mostrare.
Così ho pensato di prendere uno dei paesaggi che trovate in IVAR – ØSTLANDET, l’ho “smembrato” e ricostruito, così da permettervi di vedere le varie fasi del lavoro.
Una premessa obbligatoria
Come ormai sapete, io disegno in digitale e utilizzo il software CLIP STUDIO PAINT, per cui quello che trovate qui di seguito è riferito a questo programma.
Tuttavia, penso che se voleste provare a usare questo metodo e lavorate con PHOTOSHOP, non penso trovereste grosse difficoltà.
A livello di interfaccia, i due programmi sono abbastanza simili.
Detto questo, iniziamo!
PAESAGGIO – PRIMO STEP: definiamo lo spazio
Inizio il disegno facendo un bozzetto preliminare dello spazio che voglio rappresentare e, per farmi una prima idea dei vari elementi che compongono il mio paesaggio, contraddistinguo ciascun piano con un colore.
Che cosa intendo per “piano”?
In una visione prospettica, ci sono degli elementi che sono più lontani o vicini rispetto all’osservatore e questo ne influenza la percezione di chi osserva.
Quindi, per piano intendo quelle porzioni di paesaggio che sono visibili e che io – disegnatore/trice – decido di posizionare più vicino o lontano rispetto all’osservatore.
In questa fase preliminare di solito uso i colori, ma nulla vieta di usare una scala monocromatica (come per esempio varie gradazioni di grigio – che io in realtà uso in una seconda fase).
PAESAGGIO – SECONDO STEP: disegnamo i dettagli
ATTENZIONE: ricordatevi sempre questa cosa fondamentale
A ciascun piano corrisponde una singola cartella di lavoro!
Questo è davvero importante, perché se per sbaglio unite degli elementi di più piani diversi fra loro, poi non riuscirete più a dare il senso di profondità desiderato all’immagine – a meno di diventare matti per sistemare l’errore!
Mi creo quindi subito le cartelle che mi servono per i singoli piani e le rinomino.
Procedo quindi con il disegno in sola lineart (l’inchiostrazione, in pratica) di tutti i singoli piani.
A questo punto, come già fatto per la bozza, dò di nuovo a ciascun piano un singolo colore, ma questa volta secondo una scala di grigi.
La regola è: più un piano è vicino all’osservatore, più il grigio utilizzato sarà scuro. Man mano che ci si allontana dall’osservatore, il grigio diventerà più chiaro.
Vedete come già così abbiamo dato una prima impressione di profondità?
PAESAGGIO – TERZO STEP: ombreggiature e colpi di luce
Ora do maggiore profondità ai singoli piani tramite l’uso di luci ed ombre.
Per fare questo, di solito faccio uso di tre strumenti in particolare:
- il pennello a china (per definire le ombre nette o i colpi di luce diretti);
- un pennello morbido per le sfumature;
- (opzionale) pennelli texturizzati per rendere meglio l’idea di quello che sto rappresentando.
Per esempio, in questo caso – dovendo rappresentare un bosco in lontananza – ho utilizzato un pennello texturizzato con dei pini stilizzati.
Preso singolarmente fa abbastanza schifetto, a dire il vero, ma usandolo in modalità spray e con i dettagli piccoli piccoli, contribuisce a creare un effetto boscoso che a me piace davvero un sacco.
La cosa importante è concentrare questi pennelli in prossimità delle aree più in ombra. In questo modo, se capite cosa intendo, contribuiamo a dare alle ombre una loro forma.
PAESAGGIO – QUARTO STEP: è il momento di dare l’ultimo tocco di profondità
È il momento di applicare la cosiddetta prospettiva aerea!
Che cos’è la prospettiva aerea?
“La prospettiva aerea è “la forma di rappresentazione, di natura soprattutto artistica, che ricerca le variazioni di intensità luminosa e di gradazioni di toni in rapporto alle distanze, allo spessore dello strato d’aria interposto, alla posizione della sorgente luminosa” (Vocabolario Treccani).
Non essendo questo un esempio di disegno a colori, non dobbiamo preoccuparci di eventuali contaminazioni di colori nella resa della distanza – abbiamo già provveduto impostando una scala monocromatica di grigi a ciascun piano.
A questo punto, non dobbiamo fare altro che de-opacizzare (ovvero schiarire) i livelli che sono più lontani dall’osservatore.
Vedete come in pochi passaggi abbiamo ottenuto un effetto di sfondamento del paesaggio? Le montagne in fondo di perdono in una lieve foschia.
Ovviamente il grado di de-opacizzazione è a scelta dell’artista, dipende molto dal tipo di paesaggio e di atmosfera che vogliamo rendere.
Abbiamo praticamente finito; aggiungiamo degli ulteriori livelli tra i singoli piani e con un pennello morbido creiamo una sorta di foschia, in modo da rendere ancora più netto il distacco tra un piano e l’altro e completiamo il cielo…
Ed ecco il nostro paesaggio finito!
Spero che abbiate trovato questo articolo interessante e soprattutto utile!
Se desiderate altri articoli tutorial, fatemelo sapere!
Alla prossima!