Come raccontavo in questo articolo (link interno), la storia di IVAR in origine era molto, molto diversa dallo sviluppo attuale.
Prevedeva solamente due personaggi: un bambino, che poi si è evoluto in Ivar, e Brynhild, la Valchiria.
Il mito originario
Nella mitologia norrena Brynhild (che in italiano viene tradotta in Brunilde) è un’eroina del Nibelungenlied (“canzone dei Nibelunghi”) e della Saga dei Völsungar (saga dei Volsunghi). Nella tradizione germanica è regina in Islanda, in quella norrena è una valchiria o skjaldmær ( in inglese shieldmaiden, ovvero le donne guerriere).
Forse notate già la complessità di questo personaggio: a seconda della zona della Scandinavia, il ruolo di questa donna cambia in modo considerevole.
In realtà questa è una difficoltà che si riscontra molto spesso quando si tratta di testi scandinavi.
Quelli originari all’epoca vichinga sono davvero pochissimi. La maggior parte infatti sono di gran lunga successivi a quel periodo e soprattutto subirono una pesante contaminazione cristiana che spesso ne stravolse l’effettivo significato.
Ma torniamo alla nostra Valchiria.
Un articolo del Corriere della Sera la descrive così:
Si tratta di un personaggio della mitologia nordica, la più bella tra le Valchirie, le vergini-guerriere inviate, secondo la leggenda nordica, sui campi di battaglia a scegliere i combattenti destinati a morte gloriosa. Oltre che bellissima, Brunilde era però testarda e orgogliosa, una ribelle incline alla disobbedienza. Proprio a causa del suo carattere Odino, Re degli Dei, la relegò per punizione sulla cima di un monte circondato di fiamme.
Se vi interessa leggere l’articolo per intero, cliccate qui.
Nella saga dei Nibelunghi si racconta poi di come Brynhild venne salvata da Sigfrido (in lingua germanica Siegfried oppure in norreno Sigurd), scatenando così la famosa e travagliata storia d’amore tra i due.
Ma tutto questo succede molto dopo gli eventi che ho raccontato nella mia graphic novel.
La mia rielaborazione del mito
Nella mia storia, Ivar incontra Brynhild dopo essere stata punita da Odino per la sua disobbedienza e lei si trova ancora in quella situazione di stallo precedente all’incontro con Siegfried.
Rispetto al mito originario ho modificato ovviamente alcuni aspetti:
- Non ho fatto segregare Brynhild sulla cima di un monte circondato da fiamme perché avevo bisogno di complicare la vita ad Asbjorn; se seguendo le tracce della collana improvvisamente si fosse trovato davanti ad un muro di fuoco, gli sarebbe stato fin troppo facile fare “2+2”;
- L’ho fatta trovare addormentata per sottolineare l’eccezionalità dell’evento e della collana che Ivar porta con sé;
- Il cerchio di fiamme è stato sostituito con un cerchio di scudi per sottolineare la natura guerriera della donna.
Un personaggio pesantemente cambiato nel corso degli anni
Rispetto a tutti gli altri personaggi, Brynhild è l’unica che nel corso degli anni ha cambiato drasticamente personalità.
Nelle versioni precedenti a questa, la Valchiria era una vera maestra di vita per Ivar.
Era dolce e comprensiva con lui. Gli insegnava a combattere, gli dava consigli e lo incoraggiava a riflettere per migliorare la sua personalità.
Trascorrevano mesi insieme prima di separarsi per sempre e nel tempo lei si affezionava a questo ragazzino timido e impacciato che aveva paura di affrontare il mondo.
Insomma, era molto materna nei confronti del protagonista.
Nel tempo mi sono però resa conto che questa accondiscendenza da parte di una dea guerriera verso un personaggio così debole caratterialmente non andava affatto bene.
Certe dinamiche legate alla crescita e il coraggio di affrontare la vita non possono essere insegnate da persone esterne.
Siamo noi, ogni singolo individuo, a dover avere il coraggio di cambiare le cose.
E quindi, Ivar certe cose doveva capirle da solo.
Ho quindi stravolto il ruolo della Valchiria.
L’ho resa più distaccata e minacciosa e ho tolto quasi del tutto il suo ruolo di “guida morale” – ne ho tenuto solo giusto un accenno.
Era giusto che la parte “educativa” fosse riservata agli eventi della storia.
Ha comunque mantenuto inalterato il proprio ruolo di mentore: è lei ad assegnare a Ivar la missione di restituire la collana al legittimo padrone.
Il cambiamento di questa donna è stato radicale anche da un punto di vista fisico.
Da donna dolce e dai lunghi capelli corvini è diventata una guerriera dura e spietata, dai capelli biondi e dagli occhi rossastri.
In questa nuova versione non l’ho volutamente fatta particolarmente bella o femminile perché volevo sottolinearne l’aspetto guerriero.
Conclusioni
Brynhild è un personaggio a cui sono molto affezionata per molti aspetti e in un certo senso mi è dispiaciuto dover stravolgere così tanto il ruolo che le avevo dato inizialmente.
Ma se non l’avessi fatto, la storia che avreste letto sarebbe stata molto diversa e probabilmente non altrettanto interessante.
Il viaggio di Ivar è prima di tutto un viaggio alla scoperta di sé stesso e, con lei ad attutirgli i colpi, non avrebbe avuto lo stesso impatto.
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